giovedì 23 luglio 2015

HTML - elenchi

In HTML esistono due tipi di elenchi:

- elenchi ordinati
- elenchi non ordinati


ELENCHI ORDINATI

Gli elenchi ordinati sono contraddistinti dal tag <ol>.
Ecco un esempio:

<ol>
       <li>Matematica</li>
       <li>Italiano</li>
       <li>Storia</li>
       <li>Scienze</li>
</ol>


Il risultato sarà il seguente:
  1. Matematica
  2. Italiano
  3. Storia
  4. Scienze


ELENCHI NON ORDINATI

Gli elenchi non ordinati sono contraddistinti dal tag <ul>.
Ecco un esempio:

<ul>
       <li>Matematica</li>
       <li>Italiano</li>
       <li>Storia</li>
       <li>Scienze</li>
</ul>


Il risultato sarà il seguente:
  • Matematica
  • Italiano
  • Storia
  • Scienze


Gli elenchi ordinati, oltre ai numeri arabi, possono essere indicati da altri simboli:

<ol type="A">
       <li>Matematica</li>
       <li>Italiano</li>
       <li>Storia</li>
       <li>Scienze</li>
</ol>

il cui risultato sarà:
  1. Matematica
  2. Italiano
  3. Storia
  4. Scienze

<ol type="a">
       <li>Matematica</li>
       <li>Italiano</li>
       <li>Storia</li>
       <li>Scienze</li>
</ol>

il cui risultato sarà:
  1. Matematica
  2. Italiano
  3. Storia
  4. Scienze

<ol type="I">
       <li>Matematica</li>
       <li>Italiano</li>
       <li>Storia</li>
       <li>Scienze</li>
</ol>

il cui risultato sarà:
  1. Matematica
  2. Italiano
  3. Storia
  4. Scienze

<ol type="i">
       <li>Matematica</li>
       <li>Italiano</li>
       <li>Storia</li>
       <li>Scienze</li>
</ol>

il cui risultato sarà:
  1. Matematica
  2. Italiano
  3. Storia
  4. Scienze




martedì 21 luglio 2015

I primi tag HTML

Per creare le pagine web occorre un EDITOR (per Windows è il "blocco note"), che scrive in codice ASCII.

WORD non è un editor ma un word processor.


Una pagina web contiene di base i seguenti tag:

<html>

    <head>
        <title> Pag. 1 </title>
    </head>

    <body>
        <center> Ciao </center>
    </body>

</html>


<title>   --->   titolo nel browser

<body>   --->   contenuto visibile della pagina (testo)




TITOLI

I titoli vengono indicati con i tag che vanno da <h1> ad <h6> secondo del livello di importanza. Nel browser appaiono in grassetto e maiuscolo. L'<h1> ha il carattere più grande e man mano che si diminuisce di numero assumono una dimensione più piccola.



A CAPO


Per andare a capo forzatamente si utilizzata il tag <br>.



RIGA

Inserendo il tag <hr> si ottiene una riga che occupa tutta la pagina.




Che cos'è l'HTML

L'HTML è un linguaggio per il web.


Sistemista --> si occupa di RETI

Informatico gestionale --> si occupa di SITI WEB


I SITI sono ipertesti.

IPERTESTO = un insieme di file collegati tra loro in una struttura logica che permette una consultazione "a salti" decisa dal lettore.

TESTO = lettura sequenziale.


http://www.miosito.com    --->   indirizzo di un sito

http = schema (tipo di servizio internet)
www = host
miosito = nome dominio
.com = estensione


LINGUAGGIO = un insieme di regole e parole con una sintassi

HTML è un linguaggio web detto anche "linguaggio tipografico". E' costituito da TAG, che delimitano una zona di testo.


Tra il linguaggio HTML e il linguaggio macchina esiste un TRADUTTORE che interpreta l'HTML.
Il BROWSER ha un traduttore che traduce in binario per la CPU, che trasferisce a sua volta la richiesta ottenendo un effetto sullo schermo.

Non tutti i BROWSER sono in grado di interpretare tutti i TAG.


LAYOUT = forma della pagina


HTML 4 = supporta alcuni tag senza chiusura

HTML 5 = tutti i tag devono avere una chiusura


L'HTML 5 comprende parte dell'HTML 4. Il resto è obsoleto.







domenica 14 giugno 2015

Sistema Binario e conversioni in altri sistemi numerici

BYTE = unità di misura

BIT = unità elementare di informazione (quantità più piccola). Valori possibili: 0 e 1 (cifre digitali binarie)

In informatica i numeri sono SIMBOLI NUMERICI.
Per contare si parte da 0.


BYTE:
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 = 8 bit

Combinazioni possibili:

1 bit = 21
2 bit = 22
3 bit = 23
4 bit = 24
5 bit = 25
6 bit = 26
7 bit = 27
8 bit = 28

Perchè 8 bit?   3 bit = 23 non bastano per un sistema di numerazione a 10 simboli




NUMERI NATURALI SENZA SEGNO
28 = 256 combinazioni
simboli = da 0 a 9
max = 255 = 2- 1
min = 0


NUMERI NATURALI CON SEGNO +/-
La regola è che il primo bit viene riservato al segno




Sono numerati da destra a sinistra, e le cifre più alte sono a sinistra.

2= max
-2= min
totale = 255 + 1


SISTEMA DECIMALE --> posizionale con base 10

SISTEMA BINARIO --> posizionale con base 2

1112  --> dove 2 è il tipo di base (numero di simboli)





BASE 16  --> ESADECIMALE (HEX)




REGOLE DI CONVERSIONE







martedì 20 gennaio 2015

Scheda madre (motherboard)

La SCHEDA MADRE o MOTHERBOARD è il dispositivo che collega tutti i componenti del computer tra di loro.









Esistono due tipi di porteSERIALI e PARALLELE (dette anche LPT ossia Line Printer Terminal).

Le differenze più rilevanti sono le seguenti:

Trasmissione - Quando viene trasmesso un dato con la porta parallela, vengono inviati 8 bits alla volta contemporaneamente. Nella porta seriale vengono invece mandati 8 bits in fila uno dietro l'altro.

Velocità di trasmissione - Nelle porte parallele è più alta e va dai 50 Kbytes al secondo (per i modelli SSP) ai 2 Mbytes al secondo per i modelli EPP).

La lunghezza del cavo - Nelle porte parallele, il cavo di connessione non può superare i 4-5 metri, pena la perdita dei dati. Nelle porte seriali questa lunghezza è maggiore.

Porta parallela rosa (sopra) e porta seriale blu (sotto)
La porta seriale blu (VGA) è per la scheda video, quella parallela per la stampante.
Sulla sinistra vediamo le porte COM1 e COM2


Di regola tutte le Motherboard hanno due uscite seriali per il collegamento del mouse che vengono indicate come COM1 e COM2, un'uscita parallela per il collegamento alla stampante (LPT) e due uscite PS/2 (connettore din a 6 pin che deriva dalla serie di computer IBM Personal System/2) dove si collegano la tastiera e il mouse e varie porte USB (Universal Serial Bus) per il collegamento di vari dispositivi (mouse, scanner, fotocamere digitali ecc.).

Le porte USB evolvendosi nel tempo hanno cambiato il colore:
1.0 e 2.0 (nero)
3.0 (blu).

La porta IEEE 1394 FIREWIRE che collega all'HD, nata nel periodo tra la porta USB 1.0 e 2.0. E' in grado di trasferire una grande quantità di dati.

Porte seriali di diversi colori.
In alto a destra la porta di rete e di fianco la porta FireWire.
Sotto a queste le porte USB.


Qui sopra un esempio di scheda con il connettore della porta sul lato sinistro.


L'immagine qui sopra mostra lo zoccolo (ZIFF) su cui va inserito il processore (CPU).


Qui sopra la foto del processore sotto la ventola.



Qui sopra, a partire dall'alto, le foto della RAM espandibile che si collegano ai relativi slot visibili al di sotto.



La ROM è componente rialzato nero posto sulla scheda madre.


Gli slot bianchi qui sopra, generalmente uno lungo che può essere associato ad un altro più piccolo, si collegano con l'alimentatore del pc.



Qui sopra gli slot di espansione dove collegare le varie schede.

Qui sopra i cavi di rete RJ45.

Nei computer moderni non ci sono più le schede estraibili, ma ci sono i CHIPS con le porte, saldati direttamente al pc.



Il chipset è l'insieme di circuiti integrati di una scheda madre che si occupano di smistare e dirigere il traffico di informazioni passante attraverso il bus di sistema, fra CPU, RAM e controller delle periferiche di ingresso/uscita.

Il controller o controllore è un dispositivo elettronico di un computer, dedicato a gestire e a far accedere al bus una o più periferiche.

Qui sotto la struttura del chipset.




Ecco qui sotto BIOS (Basic Input Output System) è una memoria ROM e contiene le istruzioni che consentono al computer di accendersi. Identifica i componenti installati. L'insieme delle operazioni che consentono l'avvio del pc si chiama POST (Power-On Self Test).



Queste sotto sono le porte interne per il collegamento dell'HD alla scheda madre. Essendo due si possono collegare due HD contemporaneamente.



I cavi che collegano l'HD sono di diversi tipi.
I vecchi cavi sono più larghi e piatti e si chiamano connettori IDE.
Ci sono poi stati i connettori PATA e infine i S-ATA.
Qui sotto le foto.



Infine abbiamo l'HD, come da foto sotto.



Infine l'alimentatore del pc, raffreddato da una ventola (vedi sotto).



Il CASE del computer può essere MIDDLE TOWER o BIG TOWER, come da foto sotto.


Ecco le foto delle porte del mio pc laptop.





Infine vorrei postare la descrizione in inglese di alcune parti del computer:

- ALIMENTATORE = POWER SUPPLY

- VITI = SCREWS

- NIC (NETWORK INTERFACE CARD)

- SCHEDE = ADAPTER CARDS

- WIRELESS NIC = collega il pc ad un altro pc o a un wireless

- SCHEDA VIDEO = VIDEO ADAPTER

- HDD = HARD DISK DRIVE

- VENTOLA CPU = HEAT SINK FAN

- DRIVE OTTICO = OPTICAL DRIVE

- DRIVE FLOPPY DISK = FLOPPY DRIVE

- FDD = FLOPPY DISK DRIVE

- PATA CABLE = optical drive

- SATA CABLE = HD

Cavo viola = keybord
Cavo verde = mouse

domenica 18 gennaio 2015

HD - Partizione - Cancellazione

Il SISTEMA OPERATIVO gestisce tutto l'hardware del computer.

Offre la possibilità di creare una PARTIZIONE o più (quante se ne vogliono) dell'HD.

L'HD si trova solitamente nella sezione C.
La partizione invece si chiama D, ma fa sempre parte della stessa sezione.


FORMATTARE vuol dire dare la possibilità al sistema operativo di avere il suo punto di partenza. Quindi crea una mappa del disco e organizza lo spazio.
Ogni sistema operativo organizza lo spazio dell'HD secondo i suoi criteri.
E' il sistema operativo che memorizza i file sull'HD.

Ogni PARTIZIONE può essere gestita da un sistema operativo diverso, perché è come se fossero dischi diversi.


Ogni tanto occorre fare la DEFRAMMENTAZIONE dell'HD per fare in modo di riunire i file sparpagliati e accorciare i tempi di elaborazione.

La FRAMMENTAZIONE invece vuol dire proprio il sistema di memorizzazione che frammenta i file al momento della loro registrazione sull'HD in base allo spazio a disposizione.


CANCELLARE I FILE

Non esiste la cancellazione effettiva dei file memorizzati, ma la sovrascrittura.
Quello che è stato memorizzato rimane fintanto ché non viene sovrascritto da qualcos'altro.

Nel computer sono memorizzati i file secondo un determinato ordine e con l'indicazione del punto di partenza in cui trovarli. La "cancellazione" significa che viene cancellata questa indicazione e i file non possono più essere trovati.


Scheda di rete

La scheda di rete è un'interfaccia digitale, costituita a livello hardware da una scheda elettronica inserita/alloggiata solitamente all'interno di un personal computer, server, stampante, router ecc., che svolge tutte le elaborazioni o funzioni necessarie a consentire la connessione dell'apparato informatico ad una rete informatica.

Un particolare tipo di scheda di rete è la scheda di rete wireless cioè una scheda che permette la connessione ad una rete tramite collegamento senza fili a mezzo di onde radio. Appartengono a questo tipo di scheda la scheda Wi-Fi e la scheda Bluetooth.

Ne sono dotati tutti i PC portatili (laptop), mentre spesso non è una dotazione tipica di base per i PC fissi, per i quali risulta però installabile a posteriori.



La scheda di rete gestisce le comunicazioni.

Se partono dei segnali contemporaneamente da A a C e da C ad A, si ha un blocco.
I dati viaggiano in due direzioni.

In questo caso la scheda di rete mette in attesa i due terminali, variando il tempo tra i due, in modo che partono in momenti diversi.



martedì 6 gennaio 2015

Il monitor

Il monitor è un dispositivo elettronico che, collegato a diversi tipi di apparecchi, è utilizzato per la visualizzazione di immagini; se dotato di casse per la riproduzione audio, è in grado anche di riprodurre il suono. In ambito informatico, il monitor riceve i dati in uscita dall'unità centrale. 

Caratteristiche
Esistono diversi tipi di monitor a seconda della tecnologia usata per realizzarli:

• il monitor CRT (a tubo catodico), ormai quasi in disuso


• il monitor SED (Surface-conduction Electron-emitter Display) è basato sullo stesso funzionamento di un normale schermo a tubo catodico: un flusso di elettroni "accende" fosfori luminosi che emettono luce. La differenza sta nel fatto che ogni singolo pixel dello schermo SED si comporta come un piccolissimo tubo catodico. Questo permette di costruire schermi piatti.  La figura che segue mette a confronto la struttura del classico tubo catodico (CTR) con la struttura dello schermo SED.


• il monitor LCD (a cristalli liquidi - Liquid Cristal Display) - è formato da due pannelli di vetro provvisti di contatti elettrici che contengono cristalli liquidi. Quando raggiungono il punto di fusione, i cristalli  diventano liquidi. Ce ne sono alcuni che, pur diventando liquidi, mantengono la loro struttura cristallina, da cui il nome cristalli liquidi.
Le molecole dei cristalli liquidi, in presenza di un campo elettrico, hanno la proprietà di polarizzare le radiazioni luminose; cioè possono far sì che la luce assuma direzioni bene precise. Ad ogni punto dello schermo (il pixel) corrisponde un cristallo. Quando il cristallo viene attivato dalla corrente elettrica, polarizza  la luce. Essa può venire da una fonte posta sul retro dello schermo o dall'ambiente circostante. Quando la luce viene polarizzata dal cristallo liquido, il pixel si illumina. L'insieme di innumerevoli pixel illuminati dà forma alle immagini che vediamo sullo schermo. 


• il monitor a LED (Light Emitting Diode), strutturalmente, è identico a uno schermo LCD. Ciò che cambia è il sistema di illuminazione dei pixel. Più appropriatamente, quindi, si dovrebbe parlare di schermo LCD basato su retroilluminazione a LED. Il pannello che produce le immagini, infatti, resta quello di uno schermo piatto tradizionale; la retroilluminazione, invece, è fatta dalla luce di piccoli LED rossi, verdi e blu. Opportunamente combinati, questi tre colori formano un fascio di luce bianca che illumina il pannello a cristalli liquidi per formare le immagini che vediamo sullo schermo. La retroilluminazione a LED ha diversi vantaggi:

-  restituisce una migliore resa nei colori rispetto al neon che illumina gli schermi LCD tradizionali: il neon non emette, infatti, un bianco perfetto; per ovviare si utilizzano filtri di colore che, però, non garantiscono ottimi risultati;

 -  permette di costruire degli schermi sottilissimi spessi anche un paio di millimetri;

     
 -  dura più a lungo: lo schermo LCD basato su tecnologia a LED ha una vita utile di circa 100 mila ore, mentre quella di uno schermo tradizionale è di 50 mila ore;

- è priva di mercurio, presente invece nei sistemi di illuminazione di tipo CCFL. A tale proposito, ricordiamo che in Europa, ai sensi della direttiva RoHS (Restriction of Use of Certain Hazardous Substances in Electronic), i produttori sono tenuti a commercializzare soluzioni prive di mercurio;

-  minori consumi.


• il monitor al plasma è anch'esso formato da due pannelli di vetro ricoperti da elettrodi metallici e da una sostanza fluorescente. Tra questi due pannelli è contenuta una miscela di gas rari. La corrente applicata agli elettrodi, ionizza il gas producendo un plasma che emette luce ultravioletta. 


• il monitor OLED (Organic Light Emitting Diode) si basa sulla particolare proprietà di speciali sostanze organiche che, poste tra due  elettrodi (anodo e catodo), al passaggio della corrente si illuminano.
Un elemento viene definito organico quando ha una struttura costituita prevalentemente da carbonio. Normalmente le sostanze organiche, se attraversate da corrente, sono in grado di emettere solo luce bianca. Miscelando alle sostanze organiche dei composti elettrofosforescenti (operazione chiamata drogaggio), è però possibile renderli in grado di emettere luce rossa, verde o blu. Combinando questi tre colori primari, si possono produrre tutti i colori dello spettro visibile.
Uno schermo OLED è composto da vari strati sovrapposti: uno di essi - in genere trasparente e con una funzione protettiva - viene coperto da uno strato conduttivo che funge da anodo. Ad esso vengono aggiunti tre strati di materiale organico opportunamente drogati in modo da formare tre microdisplay colorati (rosso, verde e blu). L'ultimo è uno strato riflettente che funge da catodo.

• il monitor Pholed (Phosphorescent organic light-emitting diode) è un tipo particolare di Oled che usa la fosforescenza per emettere luce. A differenza degli Oled, in cui solo il 25% dell'energia genera luce mentre il restante 75% viene disperso sotto forma di calore, i Pholed convertono in luce fino al 100% dell'energia utilizzata, restituendo una luminosità quattro volte maggiore. Inoltre, trasformando la maggior parte dell'energia in luce, i Pholed non disperdono calore e quindi non surriscaldano l'apparecchio, garantendo così una più lunga durata dei congegni. Ad oggi (febbraio 2010) sono ancora in fase di sperimentazione.



Che cos'è un pixel?
Un pixel è il più piccolo componente di un’immagine sullo schermo: un punto che contiene un colore.



Che cos'è la risoluzione video?
La risoluzione è il numero di pixel (o punti) per pollice dpi (dots per inch). Maggiore è la quantità dei pixel in un pollice e maggiore è la risoluzione video.



Standard grafici
Hercules  -  768 x 348 Pixel - 2 colori
CGA (Color Graphic Adapter)  -  320 x 200 Pixel - 16 colori
EGA (Enhanced Graphic Adapter)  -  640 x 350 Pixel - 16 colori
VGA (Video Graphic Adapter)  -  1024 x 768 Pixel - 256 colori
SVGA (Super VGA)  -  1280 x 1024 Pixel 16 milioni di colori



Caratteristiche
Pollici: unità di misura della dimensione dello schermo
Pixel: il più piccolo elemento che viene visualizzato sullo schermo
Risoluzione: numero di pixel che possono essere visualizzati contemporaneamente
Dot pitch: distanza fra due pixel
Refresh: (si misura in Hz) indica il numero di volte che l’immagine sullo schermo viene “rinfrescata” in un secondo



Riassunto

Lo schermo di un computer è assimilabile ad un normale televisore (tubo a raggi catodici oppure LCD a cristalli liquidi).

Il monitor è caratterizzato dalla DIMENSIONE e dalla QUALITA’.

La dimensione di uno schermo si misura in pollici (da 14 ad oltre 24): diagonale dello schermo stesso;

La qualità dipende del monitor dipende da 2 fattori:
• dalla risoluzione, misurata in pixel (per es.: 800x600, 1024x768, 1280x1024, ecc.)
• dalla frequenza di scansione, misurata in Hertz (per es.: 70 Hz).

Maggiore è la risoluzione e la frequenza di scansione dello schermo, maggiore è la sua qualità.



La vita di Olivetti

Fonte: www.storiaolivetti.it


Urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura, ma soprattutto imprenditore che crede nella tecnologia, nell’innovazione, nella responsabilità sociale dell’impresa.



Figlio di Camillo e Luisa Revel, nasce a Ivrea l'11 aprile del 1901. Il padre, ingegnere elettrotecnico, dinamico e geniale, dopo una precedente esperienza imprenditoriale nel 1908 fonda a Ivrea la Ing C. Olivetti & C, "prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere".

Adriano, negli anni della formazione, è molto attento al dibattito sociale e politico; frequenta ambienti liberali e riformisti, entra in contatto con Piero Gobetti e Carlo Rosselli. Si laurea in chimica industriale al Politecnico di Torino e nel 1924 inizia l'apprendistato nella ditta paterna come operaio.

L'anno seguente, accompagnato dal Direttore Tecnico dell’azienda, Domenico Burzio, compie un viaggio di studi negli Stati Uniti, dove visita numerose fabbriche. Al ritorno, propone un vasto programma di interventi per modernizzare l'attività della Olivetti: organizzazione decentrata, direzione per funzioni, razionalizzazione dei tempi e metodi di montaggio, sviluppo della rete commerciale in Italia e all'estero e più tardi, nel 1931, creazione di un Servizio Pubblicità, che fin dagli inizi si avvale del contributo di importanti artisti e designer. La nuova organizzazione contribuisce ad aumentare in modo significativo la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti.

Adriano Olivetti avvia anche il progetto della prima macchina per scrivere portatile che esce nel 1932 con il nome di MP1. Alla fine di quell’anno è nominato Direttore Generale e nel 1938 diventa Presidente, subentrando al padre Camillo.



Un innovatore che lavora anche per il territorio
La sua visione del ruolo dell’impresa e la sua poliedrica personalità lo portano ad occuparsi in modo fortemente innovativo anche di problemi sociali e politici, di urbanistica, architettura, cultura ed editoria. 

A Ivrea avvia la progettazione e costruzione di nuovi edifici industriali, uffici, case per dipendenti, mense, asili, dando origine ad un articolato sistema di servizi sociali.

In Olivetti cerca e ottiene la collaborazione di giovani e brillanti architetti, urbanisti e sociologi; a loro chiede di garantire strutture architettoniche, organizzazione degli ambienti e del territorio capaci di far coesistere bellezza formale e funzionalità, miglioramento delle condizioni di lavoro nell’impresa e della qualità di vita fuori dall’impresa.

Per Adriano Olivetti l’impresa ("la fabbrica") non è solo un luogo di produzione, ma è il motore principale dello sviluppo economico e sociale; un motore che ha anche la responsabilità di mettere a disposizione della collettività e del suo territorio più lavoro, prodotti, servizi, cultura.  

All'urbanistica, che ha un ruolo importante nello sviluppo di un territorio, Adriano Olivetti dedica particolare attenzione. Nel 1936 avvia uno studio preparatorio per un piano regolatore della Val d’Aosta (in quegli anni Ivrea fa parte di questa provincia) e nel 1951 assume l’incarico di predisporre il piano regolatore della città di Ivrea. 

Dopo aver aderito fin dal 1938 all'Istituto Nazionale di Urbanistica, nel 1950 ne diventa presidente. Nel 1949 fa rinascere, finanziandola personalmente, la rivista "Urbanistica"; collabora attivamente con l’UNRRA Casas e si impegna in vari progetti per la riqualificazione e ricostruzione edilizia in diverse aree del Mezzogiorno, tra cui quella di Matera. 

Nel Canavese a metà degli anni ’50 fonda l’IRUR, Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale, per promuovere e sostenere lo sviluppo equilibrato della comunità locale attraverso piccoli insediamenti produttivi e strutture sociali e culturali nelle vallate e nelle aree periferiche.



L’impegno sociale di un uomo di cultura
Adriano Olivetti è anche editore, scrittore e uomo di  cultura. Nel 1937 fonda la rivista "Tecnica e Organizzazione", dove pubblica vari saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale. Poco dopo, assieme a un gruppo di giovani intellettuali, crea una casa editrice, la NEI (Nuove Edizioni Ivrea). Nel 1946 fonda la rivista "Comunità", che nell’Italia del dopoguerra ben presto diviene uno dei più qualificati luoghi del dibattito culturale, politico e sociale. 

La NEI di fatto nel 1946 si trasforma nelle Edizioni di Comunità. Con un intenso programma editoriale, pubblica importanti opere in vari campi della cultura, dal pensiero politico alla sociologia, dalla filosofia all'organizzazione del lavoro, facendo conoscere autori d'avanguardia o di grande prestigio all'estero, ma ancora sconosciuti in Italia. Tra le prime opere pubblicate vi è anche "L'ordine politico delle comunità", che Adriano Olivetti ha  completato durante l’esilio in Svizzera, dove a causa della sua attività antifascista è dovuto riparare all’inizio del 1944. Nel libro sono già espresse le idee alla base del Movimento Comunità, che fonda nel 1947, con una serie di proposte intese a istituire nuovi equilibri politici, sociali, economici tra i poteri centrali e le autonomie locali.

Nel 1956 Comunità presenta una sua lista alle elezioni amministrative e Adriano Olivetti viene eletto sindaco di Ivrea. Il successo lo induce a presentare una lista anche alle elezioni politiche del 1958, ma lui soltanto risulta eletto alla Camera dei Deputati e dopo poco più di un anno si dimette cedendo il posto al primo dei non eletti, Franco Ferrarotti.

L'esperienza politico-amministrativa di Adriano Olivetti non va intesa come una fuga dall'impegno imprenditoriale: è semmai la logica conseguenza della sua visione dei rapporti tra industria e società.

La sua immagine come imprenditore e intellettuale a tutto campo si rafforza negli anni ’50 con il suo contributo alla nascita delle riviste Sele Arte e l’Espresso, a conferma di una visione molto ampia e innovativa della cultura, non limitata all’ambito strettamente industriale.



Un imprenditore con il gusto dell’innovazione
Dunque, urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura; ma Adriano Olivetti è soprattutto un imprenditore  capace di radicare nell’impresa la cultura dell’innovazione, l’eccellenza della tecnologia e del design, l'apertura verso i mercati internazionali, il rispetto del lavoro e dei lavoratori. Un imprenditore, oltretutto, capace di selezionare con felice intuito i collaboratori, spesso scelti tra i giovani.

Nel suo stile di management assume un particolare rilievo l’attenzione al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti. Nel 1948 negli stabilimenti di Ivrea viene costituito il Consiglio di Gestione, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con un importante ruolo consultivo, vincolante per i temi socio-assistenziali. In più occasioni i dipendenti ottengono dall'Olivetti, in anticipo sui contratti collettivi, miglioramenti economici, dell’ambiente di lavoro e dei servizi sociali. L’azienda costruisce quartieri per i dipendenti, nuove sedi per i servizi sociali, la biblioteca, la mensa. A realizzare queste opere sono chiamati grandi architetti: Figini, Pollini, Zanuso, Vittoria, Gardella, Fiocchi, Cosenza. 

Anche per il design Adriano Olivetti sceglie collaboratori di grandissimo valore, come Nizzoli, Pintori, Bonfante, Sottsass. Tra la fine degli anni '40 e la fine degli '50 la Olivetti porta sul mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, ma anche per la qualità tecnologica e l'eccellenza funzionale: tra questi le macchine per scrivere Lexikon 80 (1948) e Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). 

Lo sviluppo di nuovi prodotti e l’aumento delle vendite creano l’esigenza di nuovi impianti. In Italia entrano in funzione gli stabilimenti di Pozzuoli e di Agliè (1955), di S. Bernardo di Ivrea (1956), della nuova ICO a Ivrea e di Caluso (1957); in Brasile nel 1959 si inaugura il nuovo stabilimento di San Paolo. Come i prodotti, anche le architetture industriali ricevono riconoscimenti in tutto il mondo; Adriano Olivetti nel 1955 riceve il Compasso d’Oro per meriti personali conseguiti nel campo dell’estetica industriale.

Gli ottimi risultati ottenuti con i prodotti per ufficio non distolgono l'attenzione di Adriano Olivetti dall'emergente tecnologia elettronica. Già nel 1952 la Olivetti apre a New Canaan, negli USA, un laboratorio di ricerche sui calcolatori elettronici; nel 1955 costituisce a Pisa un Laboratorio di Ricerche Elettroniche e nel 1957 fonda con Telettra la Società Generale Semiconduttori (SGS). Nel 1959 l’Olivetti può presentare l'Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano, sviluppato con soluzioni tecnologiche d’avanguardia.

Mentre gli investimenti nell’elettronica cominciano a portare risultati concreti, Adriano Olivetti conclude un accordo per l'acquisizione della Underwood, storica azienda americana di macchine per scrivere con quasi 11.000 dipendenti. 

In un momento di forte espansione dell’azienda, ma anche di delicati impegni derivanti dallo sviluppo dell’elettronica e dall’acquisizione della Underwood, Adriano Olivetti muore improvvisamente durante un viaggio in treno da Milano a Losanna: è il 27 febbraio 1960. Lascia un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero; ma soprattutto lascia un’impronta indelebile nella storia di un’azienda e di un territorio, un segno inconfondibile nell’industria italiana ed europea.